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Olio di palma: monitorare le perdite in acqua con i sistemi Leakwise

L’impiego dell’olio di palma sostenibile sta tornando in auge tra le aziende dell’industria alimentare italiana (secondo le previsioni crescerà del 20% a partire dal 2023). I sistemi Leakwise sono utili nei processi di produzione, raffinazione e trasporto dell’olio di palma e permettono di verificare che non si verifichino perdite di olio nelle acque reflue prima che queste vengano rilasciate in ambiente.

 

Olio di palma, un ingrediente che fa discutere

L’olio di palma si ricava dalla spremitura dei frutti (grappoli che pesano fino a 30 kg) delle palme Elaeis guineensis, più precisamente dalla polpa carnosa che avvolge l’involucro legnoso del seme; mentre dal nocciolo si ottiene invece l’olio di palmisto.

 

L’olio di palma è l’olio maggiormente prodotto nelle aree tropicali (oltre l’80% della fornitura globale di olio di palma deriva da Malesia ed Indonesia) e trova impiego sia nell’industria alimentare, nei settori cosmetico e chimico e come biocarburante.
Il grande successo dell’olio di palma si deve, oltre alla sua facile reperibilità, al suo prezzo enormemente competitivo rispetto all’olio d’oliva e agli altri oli vegetali (220-30% rispetto all’olio di girasole); inoltre si conserva particolarmente bene prolungando la durata del prodotto ed essendo insapore non altera il gusto degli alimenti.
Da sette anni a questa parte il consumo di olio di palma in Italia era diminuito del 33% (200mila tonnellate in meno all’anno), poiché la sua coltivazione intensiva ha prodotto gravi danni all’ambiente: i proprietari terrieri hanno bruciato ettari di foresta per fare spazio alle palme, con conseguenze disastrose anche per la fauna.
E’ fondamentale prendere consapevolezza sull’importanza di produrre e approvvigionare olio di palma in modo sostenibile e inclusivo.
Inoltre, per molto tempo l’olio di palma è stato associato al rischio di malattie cardiovascolari e altre malattie cronico degenerative: oggi questa correlazione è oggetto di revisione e i dati scientifici attualmente disponibili hanno notevolmente ridimensionato il ruolo negativo degli acidi grassi saturi sull’innalzamento del colesterolo sanguigno.

 

Effetto guerra e rincari, l’olio di palma ritorna sulle nostre tavole

La guerra in Ucraina e la conseguente carenza di materie prime (tra cui gli oli vegetali) hanno riportato in auge l’olio di palma tra le aziende dell’industria alimentare italiana. L’industria italiana di spremitura produce infatti solo 250mila tonnellate di olio grezzo e  dipende dall’Ucraina per oltre il 60% delle importazioni.
Fortunatamente l’UE sta lavorando a una norma per tracciare e limitare la deforestazione  connessa alla produzione di olio di palma.
In Italia il 95% dell’olio di palma utilizzato è certificato come sostenibile e tra i grassi vegetali utilizzati nel settore alimentare l’olio di palma rappresenta il 35%.
La popolazione mondiale è in forte crescita: secondo le previsioni della FAO raggiungerà nel 2050 9,1 miliardi di persone; la produzione di alimenti dovrà crescere del 70% e la produzione di olii dovrà aumentare dell’85% passando da 165 a 307 milioni di tonnellate (World Agricoltura Towards 2030/2050 – FAO).
Poiché l’olio di palma ha una resa 5, 6, 9 ed 11 volte rispetto a colza, girasole, soia e olivo, nel futuro esso giocherà un ruolo strategico per assicurare cibo a tutta la popolazione del pianeta.
Alla crescita di questo settore si accompagna la preoccupazione relativa allo smaltimento sicuro in ambiente delle acque reflue derivanti dal processo di produzione dell’olio di palma.

 

Sistemi Leakwise: tecnologie affidabili per il rilevamento dell’olio di palma in acqua


I sensori e i controller Leakwise commercializzati per il mercato italiano da ISOIL Industria possono aiutare le industrie alimentari nelle fasi di lavorazione, raffinazione, trasporto dell’olio di palma e nello smaltimento in sicurezza delle acque reflue.
Dopo la cottura a vapore e la frantumazione dei frutti raccolti, gli scarti solidi e l’acqua vengono separati dall’olio di palma grezzo mediante centrifugazione.

Le acque di scarto che ne derivano non possono essere rilasciate in ambiente prima di aver verificato che non contengano olio, pertanto un sensore Leakwise in questa prima fase è molto utile.


La raffinazione è la fase successiva della lavorazione in cui possono verificarsi perdite di olio e in cui i sensori Leakwise svolgono un ruolo importante.

Per ottenere l’olio di palmisto, invece, vengono essiccati, macinati e pressati i semi della palma.

Mediante la pressatura, si produce il 66% di olio, il 24% di acqua e il 10% di residui solidi.

 

 

controllo emissioni olioIn seguito si effettua la chiarificazione, che prevede la diluizione dell’olio con l’acqua e quindi lo stoccaggio in vasche di decantazione.

L’olio che emerge in superficie viene raccolto, inviato a una centrifuga, seccato sotto vuoto e poi stoccato in serbatoi.

 

Il contenuto di acqua presente nell’olio è circa lo 0,1% ma il contenuto di olio nelle grandi quantità di acqua impiegate nel processo può essere molto più alto.
Pertanto, anche durante questa fase l’acqua di processo deve essere monitorata prima di essere rilasciata.
Inoltre, la fuoriuscita di olio nell’impianto di produzione costituisce un pericolo per la sicurezza,  pertanto i sensori Leakwise intervengono in tutto il processo produttivo per rilevare eventuali perdite che possono verificarsi in tubi, flange, valvole e serbatoi.
Per ulteriori informazioni sui sensori di rilevamento di olio superficiale Leakwise gli specialisti di ISOIL Industria  sono a vostra disposizione.